domenica 19 aprile 2015

PREMI E BONUS: LA CUCCAGNA ALLA FIAT-CHRYSLER



di Adriano Alessandria


Come sempre, la Fiat (ops! la Fca) fa scuola e determina quella che sarà l'evoluzione più generale della situazione.
Marchionne, ha prospettato bonus retributivi ai dipendenti dei singoli stabilimenti di Fca nei prossimi quattro anni, se saranno raggiunti risultati di produttività e economici prestabiliti.


Gli organi della disinformazione esaltano innanzitutto la quantità del premio. Nella migliore delle ipotesi di risultati conseguiti dall'azienda nell'arco di quattro anni, un operaio non specializzato avrà bonus per 7.000 euro. Molte aziende metalmeccaniche hanno premi di risultato assai maggiori. È vero che in Fiat da anni il premio di risultato è stato ridicolmente basso, non per questo le cifre avanzate da Marchionne sono alte.
Le rappresentanze sindacali che hanno contrattato buoni premi di risultato, hanno saputo renderli esigibili a fronte di obbiettivi credibilmente raggiungibili.
Non è nelle mie possibilità valutare quanto gli obbiettivi avanzati da Marchionne siano raggiungibili per conseguire il premio. Ma una considerazione c'è comunque da fare: se lo stabilimento non consegue risultati di efficienza e economici necessari, il premio non viene pagato (i 330 euro comunque in busta paga sono una inezia). Se si raggiungono gli obbiettivi prefissati, è l'azienda a guadagnarci!
Gli operai e gli impiegati, sono i soli a correre il rischio d'impresa.
Ridimensiona l'entità delle cifre del premio un'altra considerazione: i salari in Fca sono bassissimi dopo anni di assenza di vera contrattazione. Dunque, nessun regalo.

PREMIO, BONUS

Non più la retribuzione della prestazione lavorativa; Il premio, come se si partecipasse alle olimpiadi. Il bonus, come a una slot machine.
La valutazione delle cifre non deve far perdere di vista la sostanza in cui si incarna il Modello Pomigliano. La scena la prende l'Amministratore delegato avanzando una proposta per il contratto specifico di lavoro. Lo fa dichiarando definitivamente superato e dimenticato il tempo in cui era il sindacato che avanzava una piattaforma rivendicativa. Una piattaforma partorita sicuramente in modo burocratico, ma formalmente discussa e votata dai lavoratori. Poi partivano le prime lotte per conquistare un tavolo di trattativa.
Ora è da un'Assemblea di dirigenti e azionisti che si avvisa quello che sarà. È il Padrone che dice quello che dovrà essere lo sforzo e l'impegno dell'operaio e la giusta ricompensa. Come dio, il Padrone sa e non mette nulla in discussione.
E i lavoratori ringrazino per il lavoro e la magnanimità del datore.


INCARNAZIONE DEL MODELLO POMIGLIANO E REINCARNAZIONE

Nell'incarnazione il Padrone fa giungere alle orecchie quello che intende fare, insindacabile. Può permettersi toni magnanimi escludendo che i sedicenti sindacati che convocherà alla sua corte accennino dissapore. Nella reincarnazione si ha nuovamente la prostrazione e venerazione alle moderne relazioni sindacali dei dirigenti di Cisl, Uil, Fim, Uilm. Marchionne non fa decidere loro neppure il colore dei propri calzini e questi esaltano l'affermarsi del nuovo modello e implorano venga esteso al resto dell'industria.
I dirigenti di Cisl e Uil avevano assicurato che il modello Pomigliano non si sarebbe esteso. Ora chiedono a Federmeccanica di fare ovunque quello che fa Marchionne.
Ecco il sindacato corporativo tale e quale alle corporazioni fasciste. I suoi dirigenti, Barbagallo, Furlan, Bentivigli, Palombella, nulla hanno da eccepire alle parole di Marchionne che illustra la nuova politica retributiva: Un sistema che riconosce la centralità dei nostri lavoratori per il raggiungimento degli obiettivi del piano industriale 2015-2018.
Barbagallo è soddisfatto del coinvolgimento dei lavoratori rispetto ai risultati aziendali. Che da tutte le decisioni il sindacato -e i lavoratori- siano esclusi pare non se ne accorga.
Il protagonismo la Furlan lo ritrova augurandosi che "questo nuovo modello di relazioni industriali (non si parla più di relazioni sindacali) che valorizza il protagonismo del lavoratore, retribuendolo bene in base agli obiettivi" sia adottato dalle imprese di Federmeccanica".
Da notare che si parla del protagonismo del singolo lavoratore. Non dei lavoratori protagonisti in quanto classe. Non bisogna mai essere entrati in una fabbrica per supporre un qualche protagonismo di un operaio alla catena di montaggio o al carico e scarico di una pressa.

La lungimiranza del padronato nell'asservire alle proprie pretese la forza-lavoro, non permette di sperare in situazioni in cui sia possibile evitare lo scontro. L'assemblea di Fca è un'avvisaglia per sindacati e rappresentanti sindacali che dei lavoratori vogliono continuare a difendere gli interessi. Non basta ammorbidire i toni per sperare che si riapra un tavolo di trattativa e potersi sedere a quel tavolo. La strada sarà dura, le vittime ci saranno, ma non vi è altro modo che provare a costruire conflittualità per contrastare la svalorizzazione dei lavoratori, per non rassegnarsi a salari e diritti biodegradabili. La riconquista della contrattazione passa per migliori rapporti di forza che solo il conflitto può dare.


Torino, 18 Aprile 2015

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