sabato 15 luglio 2017

CONTRO I LICENZIAMENTI IN SAVIO - VOLANTINO



pubblichiamo il volantino contro i licenziamento alla Savio e subito il retro dedicato alla solidarietà con i lavoratori serbi di FCA
 
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…e ora tocca alla Savio,o meglio, ai dipendenti della Savio

E’ uno stillicidio. Decine di aziende che nel territorio nazionale riorganizzano, ristrutturano, trasferiscono la produzione e decidono di licenziare.
In molte situazioni -Pmt, Dussmann, cooperative negli appalti storici, Armani di Settimo T.- le direzioni aziendali ricattano subito con i licenziamenti per conseguire come male minore forti riduzioni di salario fino al dimezzamento della paga. Perché dovrebbero attivare cassa-integrazione o contratti di solidarietà se così aumentano sfruttamento e profitti?
Per non parlare delle tante fabbriche che le multinazionali chiudono o hanno già chiuso, dopo aver preso contributi pubblici, sfruttato lavoratori e territorio, acquisito marchi, brevetti e tecnologia. E tanti saluti alla responsabilità sociale delle aziende.
Alle proprietà e direzioni aziendali il gioco è facile. Hanno diviso i lavoratori con contratti diversi, aizzato i giovani contro i vecchi, locali contro migranti. I governi e l’Unione Europea hanno eliminato le leggi che difendevano i lavoratori e oggi minacciano di impedire lo sciopero. Sempre più spesso la polizia aggredisce i lavoratori che cercano di difendersi.
ma c’è qualcosa che non va
I padroni quasi sempre riescono nei loro intenti senza che la lotta dei lavoratori lo impedisca. Capita che si respingono i licenziamenti, ma si riducono comunque i posti di lavoro, si peggiorano i salari e le prestazioni di lavoro: aumenta lo sfruttamento.
E ogni vicenda si consuma da sola, isolata dalle altra situazioni nelle stesse condizioni, all’infuori della solidarietà degli altri lavoratori.
Contro i licenziamenti, per la difesa dei posti di lavoro, per l’occupazione
Il ricorso generalizzato ai licenziamenti e la brutalità padronale deve essere affrontato diversamente dai rappresentanti dei lavoratori e dai sindacati.
Le tante situazioni che hanno in ballo i licenziamenti, devono essere tenute assieme da una vertenza generale in difesa dell’occupazione e dei posti di lavoro. Questo consentirebbe la costruzione di scioperi territoriali fino allo sciopero generale nazionale.
E gli obbiettivi dello sciopero non possono essere la richiesta di agevolazioni fiscali o regalare l’energia elettrica ai padroni.
Quando un’azienda sana e produttiva vuol chiudere o trasferire la produzione, deve essere requisita dallo stato e rimessa in funzione. I lavoratori interessati troveranno il modo per farla funzionare.
L’orario giornaliero di lavoro deve essere ridotto a parità di paga. La tecnologia e l’aumento di produttività non può più tradursi in lavoratori in esubero.
Anziché dare montagne di soldi alle banche e regalare miliardi a imprenditori e azionisti, deve essere finanziato un grande piano di intervento pubblico per garantire un buon servizio sanitario, l’istruzione, efficienti trasporti a studenti e pendolari, abitazioni, messa in sicurezza del territorio. Ci sono le risorse per creare milioni di posti di lavoro e togliere dalla disperazione chi è senza reddito, per togliere dal ricatto il lavoratore minacciato di licenziamento.
E’ la consapevolezza della difficoltà a respingere i licenziamenti che deve impegnare i sindacati a costruire una grande vertenza nazionale, che ricostruisca l’unità dei lavoratori e delle lavoratrici e ritrovi la loro convinzione e determinazione a lottare. Certi che il padrone non è invincibile.


Torino, 7/7/2017

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Solidarietà con i lavoratori e le lavoratrici di FCA

Di Kragujevac (Serbia) in sciopero


A Kragujevac (Serbia) dal 27 giugno, duemila operai di Fca sono in sciopero a oltranza. Lì si produce la 500L.
La loro lotta prosegue per sostenere la richiesta di lavoro decente e paghe decenti.
Gli operai in sciopero chiedono il rimborso del costo dei trasporti per chi fa il turno notturno, il pagamento del bonus del 2016 e un aumento per il 2017. Chiedono un salario migliore per arrivare all’equivalente di 370 euro lordi mensili! Oltre a una migliore organizzazione del lavoro.
L’anno scorso ci sono stati 900 licenziamenti e i carichi di lavoro sono aumentati vertiginosamente.
Bassi salari e alti carichi di lavoro: negli stabilimenti Fca è così ovunque.
Solidarietà agli operai in sciopero
Raccogliamo e inviamo loro denaro per resistere nella lotta
La solidarietà e l’aiuto reciproco è il modo migliore per resistere 
alle divisioni che il padrone ha costruito tra operai di stabilimenti
diversi.


giovedì 22 giugno 2017

RIFORMA DEL TERZO SETTORE: FINE DEL WELFARE STATE E AVVENTO DEL WELFARE MARKET



"Ciò che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla". Ma è sempre così?
Chiunque pensi di essere titolare di diritti sociali esigibili, garantiti dalla Costituzione e tutelati dallo Stato, molto presto, dovrà ricredersi. 
Con l'approvazione dei primi decreti attuativi delle linee guida disposte dalla Legge delega n.106 del 2016 si sancisce, ufficialmente, il confinamento dello "Stato sociale" in un'area di residualità e la sua progressiva sostituzione con il modello,di matrice anglosassone, del "welfare market".
Le ragioni, condivise dalle forze politiche, economiche, sociali e culturali che hanno promosso la riforma sono semplici, chiare e univoche. 
Come precisato dal ministro Poletti e dal sottosegretario al Lavoro Bobba "L'ordinamento pubblico, in tutte le sue articolazioni territoriali ed istituzionali, non può più occuparsi in regime di titolarità esclusiva e nemmeno primaria, di assistenza, istruzione, salute, sostegno all'occupazione... semplicemente perché non ha, in autonomia, la disponibilità delle risorse economiche e finanziarie indispensabili per farlo". [...]
Non potendo finanziare gli interventi usando la leva del debito e risultando insufficienti le tradizionali misure di natura fiscale (agevolazioni tributarie in primis) disposte a favore dell'universo "no profit", l'unica via percorribile risulta essere: 
"attrarre capitali abbassando ogni possibile barriera all'impresa", ovvero... puntare tutto sull'edificazione della cosiddetta "terza colonna" del settore: il "for profit".
"Privatizzare il sociale... significa guadagnare, nel breve periodo il 10% di spesa sociale in termini di innovazione ed efficienza... contribuire al risanamento dei conti pubblici e al rilancio competitivo del sistema-paese attraverso un raffreddamento delle dinamiche salariali... nonché adeguare le esigenze degli utenti alle necessità del mercato, realizzando, anche in ambito sociale e sanitario, le indispensabili economie di scala...[...]
L'Art 55 del TU, a buon titolo, può essere considerata, la chiave di volta su cui sarà eretto il nuovo sistema. Esso prevede, niente di meno che...
"il coinvolgimento in forma di partenariato dei soggetti privati (enti no profit e imprese) nella programmazione (e nella gestione) di TUTTE le FUNZIONI PUBBLICHE            (sanità, assistenza, istruzione, formazione, lavoro, e, se le parole hanno un senso preciso... anche la giustizia, la sicurezza, l'ordine pubblico...)  
Ciò non avviene modificando formalmente l'ordinamento giuridico costituzionale né quello civile (strada impervia e politicamente rischiosa,come insegna il referendum del 4 dicembre 2016) bensì instaurando una sorta di percorso normativo triadico... cioè affiancando al Codice Civile e a quello sugli Appalti il nuovo "Testo Unico sul III settore". 
In questo modo, lasciando formalmente inalterato il quadro gerarchico delle fonti e, allo stesso tempo, regolamentando parte rilevante della disciplina di dettaglio tramite il ricorso ad "atti normativi non legislativi", in quanto tali, svincolati da ogni istanza di controllo parlamentare (emblematici i due temi relativi all"aggiornamento dell'elenco delle attività dell'impresa sociale" e alla definizione del tema dell "partecipazione dei lavoratori" alla gestione dell'impresa) si finisce per 
"innestare sul tronco vecchio quel ramo nuovo" che, progressivamente, muterà' l'intera pianta. 
E si tratta di una pianta molto ambita perché promette di portare frutti rigogliosi! Il "terzo settore", infatti, secondo quanto riportato dai dati Istat del 2011, movimenta fra i 60 e i 70 miliardi di euro all'anno (6-7% del PIL.), occupa, fra volontari (500.000), lavoratori dipendenti (700.000), collaboratori (300.000), circa 1 milione e mezzo di addetti. 

venerdì 2 giugno 2017

ADDIO COMPAGNO PINO STASI

Ciao Pino,
sapessi quanto sono incazzata, perché ci hai lasciato qualche giorno fa in un incidente sulle tue amate montagne.
Eri appena andato in pensione, ed eri così contento, perché il tuo lavoro da postino non ti piaceva più, dopo l'ultima massacrante riorganizzazione del lavoro.
Dicevi sempre che volevi avere il tempo e la forza per andare in montagna, prima che il logoramento fisico di oltre quarant'anni di lavoro si facesse sentire troppo.
Eri un compagno con infiniti interessi, che mai e poi mai avrebbe sacrificato le sue passioni per l'attività sindacale, eppure hai fatto la vera difesa dei lavoratori, per più di trent'anni, con lucidità, coerenza e generosità.
Ci mancherai, mi mancherai tanto, troppo.
 
Delia Fratucelli 
IL SINDACATO E' UN'ALTRA COSA - SLC/CGIL TORINO
e con lei tutti i compagni del Piemonte

mercoledì 3 maggio 2017

1° MAGGIO A TORINO: CONTRO I POLIZIOTTI DALLA PARTE DI CHI LOTTA


1° MAGGIO A TORINO:

CONTRO I POLIZIOTTI DALLA PARTE DI CHI LOTTA

COMUNICATO SINDACATO È UN’ALTRA COSA PIEMONTE
Quest’anno il tradizionale corteo del 1° Maggio a Torino poteva essere ricordato per la scarsa partecipazione di lavoratori e lavoratrici e per la pioggia battente che ha sottolineato la stanca e ripetitiva routine di una manifestazione che Cgil Cisl e Uil hanno contribuito a rendere un appuntamento scontato che non riesce più a parlare dello spirito di lotta e di emancipazione che la Festa dei Lavoratori ha e dovrebbe continuare a rappresentare.

mercoledì 22 marzo 2017

PETIZIONE GRUPPO POSTE CONTRO L’ABUSO DEL CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO



Alla cortese attenzione di tutte le Organizzazioni Sindacali di Categoria /OO.SS.

Nell’ultimo ventennio si è assistito in Europa ad una serie di radicali riforme del mercato del lavoro, tutte incentrate sulla costante tensione fra efficienza del mercato e affermazione dei diritti sociali.

l'istituto del contratto a termine è quello che negli ultimi tempi ha subito le maggiori trasformazioni e non mancano incertezze e ambiguità che portano a letture diverse e a interpretazioni che conducono in alcuni casi ad allargare lo spettro decisionale del datore di lavoro.

Uno dei casi più clamorosi dell’uso/abuso del contratto a termine in Italia è quello riscontrato nel “modus operandi” del gruppo Poste Italiane S.p.A. riguardo alle assunzioni pro-tempore per fronteggiare picchi di attività produttiva, facendo sì che lo stesso, divenisse nella sostanza contratto predominante, passando da una prima fase di forma eccezionale a una successiva, quella odierna, della regola.

Tale comportamento altro non ha fatto che creare e reiterare nel tempo precariato senza realmente aggiungere nuovi posti di lavoro.
In virtù di quanto sopra esposto, chiediamo alle OO.SS. di mettere fine a quest’uso sconsiderato da parte di Poste Italiane del contratto a termine, chiedendo la creazione di una graduatoria dalla quale la Società potrà attingere “forza lavoro” per fronteggiare l’oggettiva mancanza di personale e per una possibile futura stabilizzazione. 
 
Inoltre noi CTD, subiamo nella nostra attività lavorativa discriminazioni ed abusi a cui non vogliamo più sottostare. Per questo motivo proponiamo a tutti i CTD in forza in questo momento, o che sono stati licenziati una riunione per discutere di alcuni punti che ci riguardano e che potrebbero diventare parte di una piattaforma di rivendicazioni, solo a titolo esemplificativo:
  • RIDUZIONE DELLA RICHIESTA DEL CERTIFICATO PENALE
  • CREAZIONE DI UNA GRADUATORIA DI MERITO
  • DIRITTO AD USUFRUIRE A PERIODI DI FERIE
  • DIRITTO AL RICONOSCIMENTO DEL PREMIO DI RISULTATO
  • PASSAGGIO AL LIVELLO CONTRATTUALE “D”, QUANDO LE MANSIONI E RESPONSABILITÀ VANNO OLTRE A “CONOSCENZE GENERICHE DI CARATTERE TECNICO PRATICO”

    CHI VUOLE ADERIRE CI CONTATTI ALL'INDIRIZZO DEL BLOG

sabato 17 dicembre 2016

AMAZON A VERCELLI



di Lorenzo Mortara


Arriva il polo logistico di Amazon nella vecchia Stazione dei Celti, e porta con sé, in dote, 600 posti di lavoro. Dagli strilli entusiastici di giornali e giunta comunale a guida piddina, sembra che il polo logistico sia già stato trasformato nella dimora di Santa Claus in persona. 400 posti devono essere rimasti però in Lapponia, almeno stando alla Lista Civica Siamo Vercelli che, volendo essere la prima ad accaparrarsi il merito di tanta filantropia mondiale, di primo acchito aveva sparato la cifra di 1000 posti.

sabato 5 marzo 2016

RIUNIONE DEL 5-3-2016 CON BELLAVITA





Ieri, Sabato 5 Marzo 2016, i compagni dell'Area il Sindacato è un'altra cosa - Opposizione Cgil - del Piemonte, si sono riuniti al Circolo Arci Fuoriluogo, in Corso Brescia a Torino, insieme con il portavoce nazionale Sergio Bellavita, per discutere dell'attuale fase politico-sindacale, in vista anche del Seminario di Bellaria del 18-19 Marzo.

È stata una bella riunione, partecipata e che ha visto, tra le altre cose, la neve protagonista...

Potete trovare l'audio della relazione iniziale di Bellavita, dell'intervento di Lorenzo Mortara e delle conclusioni dello stesso Bellavita, a questo link

SINDACATO UN'ALTRA COSA - OPPOSIZIONE CGIL - PIEMONTE
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