Caro
Andrea,
ho
letto il tuo intervento per l’assemblea del 25 Febbraio e provo a
risponderti nel merito.
È
vero ti eri iscritto per terzo e sei stato spostato in mezzo (non so
se 15° o prima o dopo), ma nessuno ti ha costretto a inviare per
iscritto il tuo intervento, sei tu che hai voluto andartene. E, a
parer mio (e anche di una compagna che certo stimi e conosci molto
più di me), non c’era motivo. Non c’era motivo di pretendere un
rigore così assoluto. Ho sentito dire che il tuo intervento sarebbe
stato il 3° di 7 interventi romani di fila. Per questo è stato
spostato in mezzo. Quando ti hanno chiamato per l'intervento, tu eri
già andato via, ma non eravamo né in zona Cesarini né in un
momento di fiacca. Eravamo ancora nel pieno dell’assemblea. E il
tuo intervento, se l’avessi fatto, sarebbe stato efficace al 15°
posto come al 3°. In breve, mi spiace, ma te ne sei andato via per
niente.
Intendiamoci,
non voglio dire che tu non abbia al fondo ragione. Dobbiamo stabilire
un criterio e un metodo precisi anche per gestire queste cose. Ma
finché non sarà fatto, un minimo di flessibilità e fiducia credo
dovrebbero animare qualunque componente dell’Opposizione. Non credo
che il clima di sospetto e complotto continuo, possano portare
lontano. Un clima fraterno è quello che ci vuole. Anche a me è
capitato di saltare qualche appuntamento col microfono, ma la volta
dopo sono sempre stato accontentato. Non posso dire, dunque, e penso
nessuno possa dirlo, che manchi lo spazio per chi sta
nell’Opposizione, anche per i critici. E tutti nell’Opposizione,
essendo in fondo dei bastian contrari di natura, si son trovati, chi
più chi meno, a criticare.
Perché
non siamo ancora riusciti a trovare un metodo rigoroso anche per
regolare le assemblee? Perché Carelli e Burattini son burocrati che
promuovono i loro i simili, scartando i compagni scomodi? Non credo,
la riprova è l’assemblea del 25 che non ha sentito il tuo
intervento perché te ne sei andato per niente. Non solo, da che
milito nell’Opposizione (più o meno dal 2008 quando era solo
Rete28aprile), ho assistito a parecchie assemblee, e solo in un paio,
compresa quella del 25, ho visto saltare o relegare alla fine un tuo
intervento. Penso che questo basti e avanzi per avere un minimo di
comprensione per quanto successo il 25.
Non
siamo ancora riusciti a trovare un metodo preciso, perché
l’Opposizione assomiglia molto alla maggioranza, ma non dove pensi
tu, bensì nel modo di agire di molti militanti. Come avrai notato,
nonostante la coscienza generale dell’Opposizione sia sei spanne
sopra a quella della maggioranza e degli emendatari messi assieme,
molti compagni fanno ancora molta fatica a differenziarsi. In ogni
nostra riunione, ancora oggi abbondano interventi di compagni che ci
parlano dello stato dell’arte nella loro azienda, di quanto son
brutti i padroni e altre cose che, tutto sommato, ci potrebbero anche
risparmiare. Per non parlare di quelli che intervengono per propaganda
(allucinante nell’assemblea precedente al 25, la compagna che
intervenne, tra un crescendo di proteste, per pubblicizzare in modo
palese i CARC. E se pensi che la battaglia dell’Opposizione in Cgil
può essere sintetizzata nella battaglia contro gli ultimi rantoli
del metodo stalinista in CGIL, il fatto che alcuni di noi vogliano
vincerla ripristinando il partito di Baffone, capisci bene che a
volte, invece di incazzarti per i nostri problemi interni, potresti
affrontarli seppellendoli con una grande risata). In un’assemblea
come quella del 25, pre Cervia, come in ogni altra assemblea
nazionale, è evidente che si dovrebbe discutere di come criticare la
maggioranza e di come incrinare la sua linea, non certo dei propri
problemi personali che, per altro, ognuno di noi può immaginare.
Questi interventi, oltre ad essere irrilevanti, prendono quasi sempre
più del tempo stabilito. In teoria Carelli o Burattini dovrebbero
troncarli al 10° minuto, ma non lo fanno, come non lo fanno con te o
con nessun altro che sfori (e sforano quasi tutti. Solo io, senza
falsa modestia, ho sempre cercato, riuscendoci quasi sempre, di stare
nei tempi. Faccio fatica a ricordarmi altri...). E io penso che
facciano bene, perché simili problemi non si possono risolvere
d’autorità, ma aspettando pazienti la maturazione dei compagni. Se
dovessimo discutere di ogni spostamento di intervento, di ogni
virgola cambiata nei documenti, l’assemblea non comincerebbe
neanche. Fino a quando l’Opposizione non sarà matura anche per
questo, un po’ di tolleranza potresti anche usarla. Quando ti
impediranno di intervenire sistematicamente, allora sì che potrai
sollevare il problema. Per ora mi sembra solo che tu voglia spaccare
il capello in 4. E rischi un isolamento eccessivo che non serve a
niente, neppure alla tua causa, perché non sei così solo rispetto a
noi, non sei così diverso da noi da stare da solo in un angolo.
Questa
tua battaglia di principio esagerata, fa male anche ai tuoi
contributi che rischiano di essere parziali, non avendo la
possibilità di conoscere tutto il dibattito di un’assemblea che
hai saltato a metà. Il tuo discorso sul referendum a perdere,
infatti, è stato tra quelli che più ha visto i compagni coinvolti.
Tanti sono stati gli interventi contrari, che di fatto è stato già
recepito da tutti i documenti dell’Opposizione. Resta da inserire,
ma lo faremo senz’altro a breve perché ne è la diretta
conseguenza, l’idea sacrosanta che se proprio deve esserci una
consultazione tra gli iscritti, che almeno sia vera, cioè tra due
opzioni, il Sì di maggioranza ed emendatari, e il No
dell’Opposizione, non la solita consultazione plebiscitaria per una
finta opzione sola.
Finché
la minoranza non sarà diventata maggioranza, non potrà fare come
vuole per quanto concerne il gruppo dirigente. I posti sono contati e
non possono essere distribuiti come vogliamo. I distacchi mancano.
Questo non significa che il coordinamento nazionale ed altre
strutture siano verticistiche come per la maggioranza. Pressoché
tutti i direttivi come gli organi di coordinazione sono costituiti da
delegati attivi o da pensionati. L’esatto opposto degli organismi
della Cgil, dove più si sale in cima alla piramide, più spariscono
i delegati e già al primo Direttivo provinciale, i funzionari
sovrastano i delegati. Il nostro coordinamento nazionale è stato
deciso dal voto preso sul campo. Non vedo come possa essere
assimilato ad ogni altro organismo dirigente della Maggioranza che al
90% si basa sui “voti” fuori dal campo. Il problema è che tu ti
perdi nei principi: “orizzontale”, “verticale”, “protagonismo
dei delegati” eccetera, come se bastasse progettarli a tavolino per
averceli. La verità è che nessuno può dare il ruolo di
protagonista a un delegato che, anche se messo in cima alla piramide,
resta un “gregario”. Voglio semplicemente dire che ti perdi nello
schema di una democrazia orizzontale, quando il problema non sta
nello schema che mette in moto le persone, ma nella qualità delle
persone che mette in moto lo schema. L’Opposizione è basata
praticamente tutta sull’attivismo dei delegati. Se in cima abbiamo
compagni che delegati non lo sono più, è perché, salvo miracoli,
un’opposizione interna alla Cgil non poteva nascere semplicemente
da delegati, ma doveva nascere per forza da alcuni funzionari che si
assumevano la responsabilità di appoggiarsi allo Statuto Cgil per
farla nascere prima del Congresso. Naturalmente a fine congresso
questi dirigenti potevano farsi da parte e lasciare il campo a
qualche altro delegato. In effetti Cremaschi l’ha fatto. E penso
che basti il suo gesto, per capire che l’Opposizione è
sostanzialmente sana. Se anche Bellavita e gli altri l’avessero
fatto, tenendo conto che tutto sommato per noi il Congresso è stato
un successo, non avremmo fatto la figura di nobili militanti
disinteressati, ma di un gruppo di squinternati i cui capi, di fatto,
lasciano l’esercito al momento di guidarlo...
Il
fatto è che tu, come tutti gli anarcoidi, della democrazia non fai
un problema, ma una vera e propria malattia. Di democrazia son
attualmente malati tutti gli attuali movimenti del mondo, in ispecie
quello di Occupy. Tutti preoccupati di spaccare il capello in
quattro per questioni di principi futili. Io non sono un
antidemocratico, ma non sono nemmeno un fanatico della democrazia
orizzontale. Per me l’Opposizione funzionerà in maniera gerarchica
o si sfascerà. Gerarchia e democrazia non sono affatto in antitesi,
bisogna vedere in che rapporto stanno tra loro. Finché l’Opposizione
andrà dall’alto in basso e dai meno bravi ai più bravi, i
problemi di democrazia saranno dei falsi problemi o piccoli problemi
come il tuo spostamento che si potranno risolvere con un po’ di
pazienza. E a me pare che oggi l’Opposizione vada giustamente
dall’alto in basso, dai più bravi ai meno bravi. Perché il
problema in fondo è tutto qui: la Presidenza è formata o no dai
più bravi che abbiamo? A me, che siano delegati, interessa
relativamente. Mi interessa che siano più o meno i migliori elementi
dell’Opposizione. E non ho grossi dubbi che lo siano. Sono appena
rientrato da Cervia. Lì ci hanno concesso mi pare 3 o 4 (forse ne ho
saltato uno) interventi. Senza nulla togliere agli altri compagni,
non ho dubbi che i due interventi migliori, e di gran lunga superiori
a quelli di tutta Cervia, siano stati quelli di Bellavita e Como.
Forse solo Paolo Brini avrebbe potuto fare un intervento analogo al
loro. Perciò mi domando: chi deve stare ai piani più alti della
nostra Opposizione se non loro? Nessuno è stato più protagonista di
loro al Congresso (la Como mi pare abbia quasi vinto il congresso
della sua categoria, la FIOM, a Bergamo. Tenendo conto anche delle
burocratiche quote rosa e del fatto che pure nell’Opposizione le
donne scarseggiano, non ci vuole molto a individuare in Eliana la
miglior militante che abbiamo). Ed è per questo che stanno nel
Direttivo Nazionale, assieme a Iavazzi (un altro tra i migliori e che
s’è conquistato i gradi sul campo) e a Maria Pia Zanni che conosco
meno ma che immagino non possa essere tanto diversa dai citati.
Quanto a Carelli e Burattini, nelle nostre riunioni, sono meno
impegnati degli altri a intervenire, curano di più la parte pratica
e organizzativa. E a chi dovremmo affidarla se non a loro, questa
parte, visto che conoscono senz’altro meglio della maggior parte di
noi delegati, l’interno della CGIL? Forse, per amore della
democrazia orizzontale, potremmo affiancar loro un paio di delegati.
Ma secondo me è superfluo, perché l’attuale gruppo dirigente
dell’Opposizione non toglie spazio a nessuno, è lì perché in
linea generale è il meglio che abbiamo (tenendo anche conto
dell’eterogeneità dell’Area e dei tre suoi principali affluenti
che sono Sinistra Anticapitalista, Falce Martello e Partito Comunista
dei Lavoratori). Se al prossimo congresso cresceremo, allora si
apriranno anche spazi per incrementare la presidenza con nuovi
protagonisti al livello degli attuali o per una migliore rotazione.
Per ora sostituire Bellavita Como Carelli e Burattini, più che una
questione di democrazia a me pare solo un capriccio.
Intendiamoci
anche qua. Non è che al nostro interno non ci siano altri bravi come
loro. Qua in Piemonte, tanto per fare un esempio, ci sono almeno un
paio di compagni e una compagna che potrebbero sostituire degnamente
i nostri leader. Tu stesso a Roma non sfigureresti. Quello che voglio
dire è che mai ho avuto la sensazione che nell’Opposizione, come
nella vecchia Rete28Aprile, il gruppo dirigente fosse selezionato in
base alla fedeltà. Mi è sempre parso istintivamente un gruppo i cui
dirigenti sono in linea di massima le persone giuste al posto giusto.
L’esatto opposto del gruppo dirigente della maggioranza, dove fin
dai primi gradini dei direttivi provinciali, è palpabile la
diffidenza verso chiunque abbia anche solo l’ombra di un’autonomia
di pensiero, e dove la scalata gerarchica procede in maniera
diametralmente capovolta: dai più bravi, sistematicamente
marginalizzati e sopportati quando non addirittura osteggiati, ai
mediocri portati in palma di mano e sistematicamente incoronati.
Ecco
quando nell’Opposizione vedrai le teste pensanti allontanate e la
stessa terrorizzata diffidenza che senti subito al primo contatto con
la Maggioranza, allora potrai dire che l’Opposizione è speculare
alla Maggioranza. Finché ad allontanarti sei tu, l’Opposizione
resta distante anni luce dalle pratiche della burocrazia.
Se
le pratiche fossero le stesse, in effetti, tu non saresti nel
Direttivo Provinciale Filcams di Roma. Infatti, se ti ricordi, tu
alla fine del Congresso eri stato eletto nel Direttivo Filcams di
Roma ed escluso per alcuni giochi di potere che anche al nostro
interno ogni tanto avvengono (non siamo immacolati, siamo pieni di
difetti come la Maggioranza, ma abbiamo anche tanti pregi che nessun
altro ha). Ma quando segnalai la cosa, tu fosti ripristinato. Se
fossimo come la Maggioranza io credo che oggi saresti senza
Direttivo.
Faccio
notare però che sei stato ripristinato sulla base di quelle regole
della Cgil che tu almeno al nostro interno vorresti by-passare. Ma
così come non possiamo eliminare di colpo un gruppo dirigente
attualmente insostituibile, così non possiamo affermare il
protagonismo dei delegati applicando un nostro regolamento interno
completamente autonomo dalla Cgil. Attualmente il protagonismo dei
delegati, nei direttivi, deve sottostare a una regola in fondo
sbagliata e ingiusta della Maggioranza. Quella regola in base alla
quale entra nel direttivo provinciale esterno, chi ha preso i voti
necessari nella sua azienda, anche se all’esterno non ha fatto
nulla o addirittura si è rifiutato di difendere e presentare il
Documento Alternativo. È il tuo caso Andrea. Questa regola appena
potremo, dovremo cambiarla, perché chi sta nell’Opposizione CGIL
oltre ai diritti deve capire bene i suoi doveri. E chi s’è battuto
per noi solo all’interno della sua Azienda, non dovrebbe avere
diritto a un posto tra le nostre fila nel Direttivo provinciale
esterno. Anche se ha preso i voti. In questo caso, infatti, Andrea,
ti sfugge che i voti che hai preso ti danno sì il diritto a stare
nel Direttivo, ma non nelle file dell’Opposizione Cgil, bensì in
quelle della Maggioranza, perché non averci sostenuto concretamente,
non andando a fare assemblee in altre aziende, di fatto ti ha fatto
sostenere in tutta la provincia, eccetto la tua Azienda, la compagna
Camusso. Ed è quindi in quota Camusso che dovresti entrare nel
Direttivo. Non in quota Cremaschi. In quota Cremaschi, dovresti
entrarci solo per dare le dimissioni.
Sono
ovviamente felice di non poter applicare una simile, rigorosa regola
interna. Mi auguro che non venga applicata mai per quelli come te. Mi
auguro che per te si faccia sempre un’eccezione, senza la quale
nessuna regola ha valore. Ma se dico queste cose, è perché
dicendotela tutta, spero di contribuire a recuperarti e farti stare
dove secondo me devi stare: in prima linea con noi. Non nelle
retrovie, a metà con noi e l’altra metà con le tue paturnie.
L.M
Martedì
3 Marzo 2015
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