martedì 3 marzo 2015

RISPOSTA DI LORENZO MORTARA AD A. FURLAN



Caro Andrea,

ho letto il tuo intervento per l’assemblea del 25 Febbraio e provo a risponderti nel merito.
È vero ti eri iscritto per terzo e sei stato spostato in mezzo (non so se 15° o prima o dopo), ma nessuno ti ha costretto a inviare per iscritto il tuo intervento, sei tu che hai voluto andartene. E, a parer mio (e anche di una compagna che certo stimi e conosci molto più di me), non c’era motivo. Non c’era motivo di pretendere un rigore così assoluto. Ho sentito dire che il tuo intervento sarebbe stato il 3° di 7 interventi romani di fila. Per questo è stato spostato in mezzo. Quando ti hanno chiamato per l'intervento, tu eri già andato via, ma non eravamo né in zona Cesarini né in un momento di fiacca. Eravamo ancora nel pieno dell’assemblea. E il tuo intervento, se l’avessi fatto, sarebbe stato efficace al 15° posto come al 3°. In breve, mi spiace, ma te ne sei andato via per niente.

Intendiamoci, non voglio dire che tu non abbia al fondo ragione. Dobbiamo stabilire un criterio e un metodo precisi anche per gestire queste cose. Ma finché non sarà fatto, un minimo di flessibilità e fiducia credo dovrebbero animare qualunque componente dell’Opposizione. Non credo che il clima di sospetto e complotto continuo, possano portare lontano. Un clima fraterno è quello che ci vuole. Anche a me è capitato di saltare qualche appuntamento col microfono, ma la volta dopo sono sempre stato accontentato. Non posso dire, dunque, e penso nessuno possa dirlo, che manchi lo spazio per chi sta nell’Opposizione, anche per i critici. E tutti nell’Opposizione, essendo in fondo dei bastian contrari di natura, si son trovati, chi più chi meno, a criticare.

Perché non siamo ancora riusciti a trovare un metodo rigoroso anche per regolare le assemblee? Perché Carelli e Burattini son burocrati che promuovono i loro i simili, scartando i compagni scomodi? Non credo, la riprova è l’assemblea del 25 che non ha sentito il tuo intervento perché te ne sei andato per niente. Non solo, da che milito nell’Opposizione (più o meno dal 2008 quando era solo Rete28aprile), ho assistito a parecchie assemblee, e solo in un paio, compresa quella del 25, ho visto saltare o relegare alla fine un tuo intervento. Penso che questo basti e avanzi per avere un minimo di comprensione per quanto successo il 25.

Non siamo ancora riusciti a trovare un metodo preciso, perché l’Opposizione assomiglia molto alla maggioranza, ma non dove pensi tu, bensì nel modo di agire di molti militanti. Come avrai notato, nonostante la coscienza generale dell’Opposizione sia sei spanne sopra a quella della maggioranza e degli emendatari messi assieme, molti compagni fanno ancora molta fatica a differenziarsi. In ogni nostra riunione, ancora oggi abbondano interventi di compagni che ci parlano dello stato dell’arte nella loro azienda, di quanto son brutti i padroni e altre cose che, tutto sommato, ci potrebbero anche risparmiare. Per non parlare di quelli che intervengono per propaganda (allucinante nell’assemblea precedente al 25, la compagna che intervenne, tra un crescendo di proteste, per pubblicizzare in modo palese i CARC. E se pensi che la battaglia dell’Opposizione in Cgil può essere sintetizzata nella battaglia contro gli ultimi rantoli del metodo stalinista in CGIL, il fatto che alcuni di noi vogliano vincerla ripristinando il partito di Baffone, capisci bene che a volte, invece di incazzarti per i nostri problemi interni, potresti affrontarli seppellendoli con una grande risata). In un’assemblea come quella del 25, pre Cervia, come in ogni altra assemblea nazionale, è evidente che si dovrebbe discutere di come criticare la maggioranza e di come incrinare la sua linea, non certo dei propri problemi personali che, per altro, ognuno di noi può immaginare. Questi interventi, oltre ad essere irrilevanti, prendono quasi sempre più del tempo stabilito. In teoria Carelli o Burattini dovrebbero troncarli al 10° minuto, ma non lo fanno, come non lo fanno con te o con nessun altro che sfori (e sforano quasi tutti. Solo io, senza falsa modestia, ho sempre cercato, riuscendoci quasi sempre, di stare nei tempi. Faccio fatica a ricordarmi altri...). E io penso che facciano bene, perché simili problemi non si possono risolvere d’autorità, ma aspettando pazienti la maturazione dei compagni. Se dovessimo discutere di ogni spostamento di intervento, di ogni virgola cambiata nei documenti, l’assemblea non comincerebbe neanche. Fino a quando l’Opposizione non sarà matura anche per questo, un po’ di tolleranza potresti anche usarla. Quando ti impediranno di intervenire sistematicamente, allora sì che potrai sollevare il problema. Per ora mi sembra solo che tu voglia spaccare il capello in 4. E rischi un isolamento eccessivo che non serve a niente, neppure alla tua causa, perché non sei così solo rispetto a noi, non sei così diverso da noi da stare da solo in un angolo.

Questa tua battaglia di principio esagerata, fa male anche ai tuoi contributi che rischiano di essere parziali, non avendo la possibilità di conoscere tutto il dibattito di un’assemblea che hai saltato a metà. Il tuo discorso sul referendum a perdere, infatti, è stato tra quelli che più ha visto i compagni coinvolti. Tanti sono stati gli interventi contrari, che di fatto è stato già recepito da tutti i documenti dell’Opposizione. Resta da inserire, ma lo faremo senz’altro a breve perché ne è la diretta conseguenza, l’idea sacrosanta che se proprio deve esserci una consultazione tra gli iscritti, che almeno sia vera, cioè tra due opzioni, il Sì di maggioranza ed emendatari, e il No dell’Opposizione, non la solita consultazione plebiscitaria per una finta opzione sola.

Finché la minoranza non sarà diventata maggioranza, non potrà fare come vuole per quanto concerne il gruppo dirigente. I posti sono contati e non possono essere distribuiti come vogliamo. I distacchi mancano. Questo non significa che il coordinamento nazionale ed altre strutture siano verticistiche come per la maggioranza. Pressoché tutti i direttivi come gli organi di coordinazione sono costituiti da delegati attivi o da pensionati. L’esatto opposto degli organismi della Cgil, dove più si sale in cima alla piramide, più spariscono i delegati e già al primo Direttivo provinciale, i funzionari sovrastano i delegati. Il nostro coordinamento nazionale è stato deciso dal voto preso sul campo. Non vedo come possa essere assimilato ad ogni altro organismo dirigente della Maggioranza che al 90% si basa sui “voti” fuori dal campo. Il problema è che tu ti perdi nei principi: “orizzontale”, “verticale”, “protagonismo dei delegati” eccetera, come se bastasse progettarli a tavolino per averceli. La verità è che nessuno può dare il ruolo di protagonista a un delegato che, anche se messo in cima alla piramide, resta un “gregario”. Voglio semplicemente dire che ti perdi nello schema di una democrazia orizzontale, quando il problema non sta nello schema che mette in moto le persone, ma nella qualità delle persone che mette in moto lo schema. L’Opposizione è basata praticamente tutta sull’attivismo dei delegati. Se in cima abbiamo compagni che delegati non lo sono più, è perché, salvo miracoli, un’opposizione interna alla Cgil non poteva nascere semplicemente da delegati, ma doveva nascere per forza da alcuni funzionari che si assumevano la responsabilità di appoggiarsi allo Statuto Cgil per farla nascere prima del Congresso. Naturalmente a fine congresso questi dirigenti potevano farsi da parte e lasciare il campo a qualche altro delegato. In effetti Cremaschi l’ha fatto. E penso che basti il suo gesto, per capire che l’Opposizione è sostanzialmente sana. Se anche Bellavita e gli altri l’avessero fatto, tenendo conto che tutto sommato per noi il Congresso è stato un successo, non avremmo fatto la figura di nobili militanti disinteressati, ma di un gruppo di squinternati i cui capi, di fatto, lasciano l’esercito al momento di guidarlo...

Il fatto è che tu, come tutti gli anarcoidi, della democrazia non fai un problema, ma una vera e propria malattia. Di democrazia son attualmente malati tutti gli attuali movimenti del mondo, in ispecie quello di Occupy. Tutti preoccupati di spaccare il capello in quattro per questioni di principi futili. Io non sono un antidemocratico, ma non sono nemmeno un fanatico della democrazia orizzontale. Per me l’Opposizione funzionerà in maniera gerarchica o si sfascerà. Gerarchia e democrazia non sono affatto in antitesi, bisogna vedere in che rapporto stanno tra loro. Finché l’Opposizione andrà dall’alto in basso e dai meno bravi ai più bravi, i problemi di democrazia saranno dei falsi problemi o piccoli problemi come il tuo spostamento che si potranno risolvere con un po’ di pazienza. E a me pare che oggi l’Opposizione vada giustamente dall’alto in basso, dai più bravi ai meno bravi. Perché il problema in fondo è tutto qui: la Presidenza è formata o no dai più bravi che abbiamo? A me, che siano delegati, interessa relativamente. Mi interessa che siano più o meno i migliori elementi dell’Opposizione. E non ho grossi dubbi che lo siano. Sono appena rientrato da Cervia. Lì ci hanno concesso mi pare 3 o 4 (forse ne ho saltato uno) interventi. Senza nulla togliere agli altri compagni, non ho dubbi che i due interventi migliori, e di gran lunga superiori a quelli di tutta Cervia, siano stati quelli di Bellavita e Como. Forse solo Paolo Brini avrebbe potuto fare un intervento analogo al loro. Perciò mi domando: chi deve stare ai piani più alti della nostra Opposizione se non loro? Nessuno è stato più protagonista di loro al Congresso (la Como mi pare abbia quasi vinto il congresso della sua categoria, la FIOM, a Bergamo. Tenendo conto anche delle burocratiche quote rosa e del fatto che pure nell’Opposizione le donne scarseggiano, non ci vuole molto a individuare in Eliana la miglior militante che abbiamo). Ed è per questo che stanno nel Direttivo Nazionale, assieme a Iavazzi (un altro tra i migliori e che s’è conquistato i gradi sul campo) e a Maria Pia Zanni che conosco meno ma che immagino non possa essere tanto diversa dai citati. Quanto a Carelli e Burattini, nelle nostre riunioni, sono meno impegnati degli altri a intervenire, curano di più la parte pratica e organizzativa. E a chi dovremmo affidarla se non a loro, questa parte, visto che conoscono senz’altro meglio della maggior parte di noi delegati, l’interno della CGIL? Forse, per amore della democrazia orizzontale, potremmo affiancar loro un paio di delegati. Ma secondo me è superfluo, perché l’attuale gruppo dirigente dell’Opposizione non toglie spazio a nessuno, è lì perché in linea generale è il meglio che abbiamo (tenendo anche conto dell’eterogeneità dell’Area e dei tre suoi principali affluenti che sono Sinistra Anticapitalista, Falce Martello e Partito Comunista dei Lavoratori). Se al prossimo congresso cresceremo, allora si apriranno anche spazi per incrementare la presidenza con nuovi protagonisti al livello degli attuali o per una migliore rotazione. Per ora sostituire Bellavita Como Carelli e Burattini, più che una questione di democrazia a me pare solo un capriccio.

Intendiamoci anche qua. Non è che al nostro interno non ci siano altri bravi come loro. Qua in Piemonte, tanto per fare un esempio, ci sono almeno un paio di compagni e una compagna che potrebbero sostituire degnamente i nostri leader. Tu stesso a Roma non sfigureresti. Quello che voglio dire è che mai ho avuto la sensazione che nell’Opposizione, come nella vecchia Rete28Aprile, il gruppo dirigente fosse selezionato in base alla fedeltà. Mi è sempre parso istintivamente un gruppo i cui dirigenti sono in linea di massima le persone giuste al posto giusto. L’esatto opposto del gruppo dirigente della maggioranza, dove fin dai primi gradini dei direttivi provinciali, è palpabile la diffidenza verso chiunque abbia anche solo l’ombra di un’autonomia di pensiero, e dove la scalata gerarchica procede in maniera diametralmente capovolta: dai più bravi, sistematicamente marginalizzati e sopportati quando non addirittura osteggiati, ai mediocri portati in palma di mano e sistematicamente incoronati.

Ecco quando nell’Opposizione vedrai le teste pensanti allontanate e la stessa terrorizzata diffidenza che senti subito al primo contatto con la Maggioranza, allora potrai dire che l’Opposizione è speculare alla Maggioranza. Finché ad allontanarti sei tu, l’Opposizione resta distante anni luce dalle pratiche della burocrazia.

Se le pratiche fossero le stesse, in effetti, tu non saresti nel Direttivo Provinciale Filcams di Roma. Infatti, se ti ricordi, tu alla fine del Congresso eri stato eletto nel Direttivo Filcams di Roma ed escluso per alcuni giochi di potere che anche al nostro interno ogni tanto avvengono (non siamo immacolati, siamo pieni di difetti come la Maggioranza, ma abbiamo anche tanti pregi che nessun altro ha). Ma quando segnalai la cosa, tu fosti ripristinato. Se fossimo come la Maggioranza io credo che oggi saresti senza Direttivo.

Faccio notare però che sei stato ripristinato sulla base di quelle regole della Cgil che tu almeno al nostro interno vorresti by-passare. Ma così come non possiamo eliminare di colpo un gruppo dirigente attualmente insostituibile, così non possiamo affermare il protagonismo dei delegati applicando un nostro regolamento interno completamente autonomo dalla Cgil. Attualmente il protagonismo dei delegati, nei direttivi, deve sottostare a una regola in fondo sbagliata e ingiusta della Maggioranza. Quella regola in base alla quale entra nel direttivo provinciale esterno, chi ha preso i voti necessari nella sua azienda, anche se all’esterno non ha fatto nulla o addirittura si è rifiutato di difendere e presentare il Documento Alternativo. È il tuo caso Andrea. Questa regola appena potremo, dovremo cambiarla, perché chi sta nell’Opposizione CGIL oltre ai diritti deve capire bene i suoi doveri. E chi s’è battuto per noi solo all’interno della sua Azienda, non dovrebbe avere diritto a un posto tra le nostre fila nel Direttivo provinciale esterno. Anche se ha preso i voti. In questo caso, infatti, Andrea, ti sfugge che i voti che hai preso ti danno sì il diritto a stare nel Direttivo, ma non nelle file dell’Opposizione Cgil, bensì in quelle della Maggioranza, perché non averci sostenuto concretamente, non andando a fare assemblee in altre aziende, di fatto ti ha fatto sostenere in tutta la provincia, eccetto la tua Azienda, la compagna Camusso. Ed è quindi in quota Camusso che dovresti entrare nel Direttivo. Non in quota Cremaschi. In quota Cremaschi, dovresti entrarci solo per dare le dimissioni.

Sono ovviamente felice di non poter applicare una simile, rigorosa regola interna. Mi auguro che non venga applicata mai per quelli come te. Mi auguro che per te si faccia sempre un’eccezione, senza la quale nessuna regola ha valore. Ma se dico queste cose, è perché dicendotela tutta, spero di contribuire a recuperarti e farti stare dove secondo me devi stare: in prima linea con noi. Non nelle retrovie, a metà con noi e l’altra metà con le tue paturnie.


L.M

Martedì 3 Marzo 2015

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